
John è un college-maker nel senso più ampio ed importante del termine: il suo cosmo surreale è costituito da illustrazione, pixel-art, programmazione, scrittura, sound design, riferimenti mistici ed esoterici, assemblaggio di corpi e significati, satira, riflessioni esistenziali e dadaismo allo stato puro.
Il suo è un mondo di quelli rari da trovare e difficili da comprendere, ma è un mondo terribilmente affascinante e multi-sfaccettato, in cui vale la pena perdersi senza farsi troppe domande e reimmaginare da capo la realtà.
E’ per questa ragione che ho voluto indagare meglio e più da vicino questo spazio a sé stante, ponendo alcune domande al suo demiurgo…
1. E’ la domanda più banale, ma è anche la più difficile fra le tante possibili: chi è John Clowder?
In John Cloweder le “O” sono orbite oculari ritagliate con un paio di forbici e la D uno squarcio per la bocca. Il nome lo indosso sulla faccia come fosse una maschera da sci, oppure me lo tengo in grembo e sopra la mano come un burattino da ventriloquo. In casi di emergenza, può fungere anche da scudo di carne. Quando cani affamati mi stanno alle costole, posso lanciar loro il mio nomignolo come esca. Diventa una bistecca saporita a contatto con l’aria – gli stupidi animali non colgono la differenza.
I nomi sono soltanto classificazioni. Non hanno importanza. La rete, nella sua natura, è simile a una tavoletta ouija, nel senso che rende possibile comunicare con entità la cui esistenza non è verificabile. Non sai mai esattamente con cosa stai comunicando online.
Si dice che quando uno spirito viene evocato esso adotta un nome; spesso si tratta di un nome che suona come quello di un vicino amichevole, come ‘Tom’ o ‘Susie’. Si tratta ovviamente di un mero sotterfugio comico, che non funzionerebbe se non fosse per la condizione di ignoranza in cui si trova il medium. La ragazza favolosa con la quale stai chattando è in realtà un cinquantenne obeso. Il tuo amico spiritello Casper è in realtà Belzebù.
2. So che spazi in molti campi, dall’illustrazione alla scrittura, oltre ad insegnare Gaming and Digital arts in un college. Ma vorrei soffermarmi all’ambito dei videogiochi, forse più peculiare.
Perché hai scelto proprio questa forma di espressione? Cosa ti ha spinto a creare il tuo primo videogioco?
Quello che vedi nei musei spacciato per arte moderna è una farsa, molto distante dalla realtà per come si è recentemente sviluppata. I videogiochi sono esemplari d’arte moderna. Il videogioco è il luogo in cui si svolge la battaglia, dove le linee di confine si ridisegnano. Le tele bianche e le installazioni pop art degli storici d’arte non sono che vermi che si cibano delle belle arti morte da tempo.
Perché le belle arti sono morte? Perché esse hanno acquisito totale libertà, auto-consapevolezza, e realizzato ogni possibilità di astrazione assoluta e assoluta realtà. Non può più esserci alcuna novità nel mondo dell’illustrazione, della fotografia e del cinema; niente di davvero nuovo. Questi media hanno completato i loro cicli vitali, passando dalla maturità alla vecchiaia. Continueranno a vivere per sempre, ma non potranno più accedere ad alcuna narrativa.
Ogni media successivo spira più velocemente di quello precedente. Il tempo sta accelerando. Il videogioco è la forma più avanzata di arte, ma anche la più effimera. Pensa al fatto che un gioco indipendente creato da una persona si produce in tre anni. Quanto potrà essere longevo nella sua rilevanza? I libri rimangono accessibili e significativi per tutto il tempo in cui possono essere letti, ma la vita di un videogioco dipende da sistemi operativi che diventano obsoleti ogni due anni. Un videogioco nasce obsoleto nell’essenza. Il mondo non aspetterà.
C’è un altro motivo per cui i videogiochi mi attraggono. Ho la sensazione che incarnino la crescente artificialità delle nostre vite. Forse, in futuro, ciò che è falso somiglierà così tanto a ciò che è reale da essere indistinguibile. Alla fine, cosa renderà qualcosa genuino? Un giorno la tecnologia creerà uno specchio perfettamente somigliante alla vita.
Un diavolo gioca con le percezioni delle persone così come un pubblicitario manipola la fiducia nel brand. La gente si lascia abbindolare da versioni preconfezionate della realtà allo stesso modo in cui i consumatori comprano Pepsi e Coca Cola. Queste idee industriali di solito si presentano con una desinenza in -ismo o -ità alla fine. Uccidono la mente.
Quando ci mostreranno una simulazione che corrisponda nel dettaglio al nostro stato di veglia, credo saremo costretti a riconsiderare alcune alcune nostre prospettive sull’universo. Aspetto con impazienza la crisi d’identità della realtà. Sarà un po’ come un neonato appena divenuto consapevole, che riconosce il proprio riflesso allo specchio per la prima volta.
3. Come si svolge il processo creativo di un videogioco? Immagino la complessità visto il numero di elementi in causa: dalla trama agli artworks, dalle musiche ai testi, dagli ambienti alle interazioni possibili… ma da dove parte tutto?
E quanto e come influenza la tua vita quotidiana questo magma creativo?
Sono incatenato alle lancette dell’orologio. Ogni momento che passa, io sono costretto ad agire. Anche scegliere di non agire significa agire. Certa gente pensa che il tempo si misuri in secondi e minuti… La verità è che il tempo dipende dal movimento. Ogni frammento divisibile di attività forma un momento, e ogni momento forma un segmento di tempo. Per tutto il giorno sono condannato a usare il mio tempo con uno scopo. La solitudine peggiora le cose. Il vino le migliora un po’. In ogni caso, dovreste sapere che sono uno schiavo del tempo e un prigioniero dello spazio.
Le intricate fantasie che vedete sono come scarabocchi sulle pareti della mia cella. La loro natura elaborata è il parto di una mente inquieta. Le mie creazioni sono bottiglie gettate in mare. Spero che qualcuno mi troverà sulla mia isola abbandonata e mi darà sollievo per almeno un’ora. Voglio solo una connessione con ciò che è reale. La mia è una frustrazione noiosa.
C’è una sorta di impulso automatico verso l’ordine: il mio lavoro si combina spesso incidentalmente. Alchimizzare tra loro le cose più disparate è, per me, una sfida esasperata. Anche nell’atto di legare assieme immagini del tutto incongrue, la mente è spinta a formulare una continuità – nonostante non fosse nelle intenzioni. La mente, forse, preferisce ciò che è almeno in qualche modo legato da un’ovvia sequenzialità, allo stesso modo in cui l’occhio preferisce composizioni armoniche rispetto a quelle chiassose, ma la solvibilità visiva e l’ordine logico non sono essenziali di per sé – più che altro, si tratta di una cortesia obbligata.
4. La formula del collage, l’estetica degli esseri che popolano il tuo mondo e lo stesso concetto della Rift (nda: la spaccatura che inghiotte ogni cosa, in Middens e Gingiva) hanno un sapore postmoderno, una sorta di enorme rimescolamento di elementi disparati, di tecniche estetiche culture tempi concetti molto diversi fra loro che formano qualcosa di nuovo.
Se l’epoca delle avanguardie e di un’arte capace di esprimersi in modalità realmente nuove s’è esaurita, per te questa può essere la strada per dare all’arte una forma quasi inesauribile di rinnovamento?
Ciò che è giovane è docile e morbido, e ciò che è vecchio è ruvido e inflessibile. Il nuovo fa il suo ingresso nel momento in cui il vecchio muore.
“And from old comes new
and new is life and life is an eternal thing”
L’anno è il 2XXX ed è un gran bel giorno per essere vivi. Io sono morto da tempo. Il cane di qualcuno ne sta facendo una bella grossa sulla mia tomba non contrassegnata. Chi starà parlando della mia arte? Se mai una parte di me dovesse sopravvivere, sarebbe la sventurata progenie che una povera donna mi avrà dato. Donne se sono fortunato… O sfortunato.
Questo desiderio di cose nuove… Cos’è, in realtà? Non si può semplicemente creare arte per il proprio piacere personale? E’ necessario uno scopo? Questa è davvero una cazzata immane.
Crea il tuo personale significato. La vita è fatta per te. Non preoccuparti di nutrire il mostro della società. Vivi e ama, crea e distruggi. Le nobili intenzioni non sono che deliri di onnipotenza. Quando il mondo finirà, tutto ciò che avrà significato è che tu abbia contemplato la fonte, l’unicità del tutto, e ne abbia tirato fuori la tua dose di yeah-yeah.
E se anche ci fosse uno scopo – io spero, per quanto molto debolmente, di aver piegato le sbarre della prigione almeno un po’, per fare dello spazio per i gomiti dei miei successori, ma se così non è stato, non è poi tanto grave. Spero per allora di essere in Paradiso, a farmi soddisfare da diecimila ninfe vergini, e di essermi lasciato alle spalle questo luogo di miseria per sempre.
5. I tuoi giochi non si limitano ad un impianto visivo e narrativo particolare, parlano in qualche modo all’uomo, mettendolo di fronte ad aspetti esistenziali, filosofici, sociali, comportamentali, ponendogli interrogativi e mettendo in crisi determinate certezze. Quanto è importante per te, e perché, questo aspetto di coinvolgimento non solo nelle azioni ma anche nei pensieri del giocatore?
Io sto solo agitando miseramente le braccia. Dire qualsiasi altra cosa equivarrebbe a forzare ogni sembianza di dignità. La mia unica bussola è la consapevolezza di ciò che a me personalmente piace. Intrattenere il giocatore non è mai una preccupazione. Tutto ciò che desidero, egoisticamente, è soddisfare i miei eccessi.
Non per metterti in imbarazzo, ma è quasi come se il mio pubblico stesse sbirciando dalla serratura della mia camera da letto mentre mi spoglio. C’è qualcosa di feticistico e voyeuristico nell’arte. Penso sia stato Orson Welles a dire che la pornografia non potrebbe mai essere arte, ma io credo che tutta l’arte sia pornografia. Il desiderio di qualsiasi tipo di stimolo da qualunque fonte esterna è altamente masturbatorio e auto-gratificante, secondo me, sia esso apertamente sessuale o no.
Gli artisti sono come spacciatori. Vogliono che la gente diventi dipendente dal loro prodotto. Fortunatamente io non sono un’artista. Sono un’anti-artista; la sua l’antitesi.
6. David Lynch parla di una tensione verso il mistero, è ciò che cerca di instillare nell’osservatore: non una comprensione completa e piena, ma un continuo ed ininterrotto tentativo di risolvere, dove non è l’intepretazione finale ad interessargli ma la tensione stessa. In qualche modo questa intenzione può riguardare anche i tuoi lavori?
Ora esageriamo. David Lynch è un simpatico insolente. Direbbe qualsiasi tipo di scemenza e i suoi film hanno tanto senso quanto ne hanno i miei videogiochi. Non prendiamolo troppo sul serio. Con quella sua vocina stridula suona meglio sulla carta che di persona.
Ecco cosa penso.
Tutto attorno non si vede altro che il relativo che si finge l’assoluto, il locale sbandierarsi come l’universale. Non puoi localizzare l’universale o rendere finito ciò che è senza fine. Niente esiste in isolamento da tutto il resto, e pertanto ciò che appare individuale in verità sta reagendo a un interminabile esterno. C’è in gioco un’infinità di forze. E’ plausibile che il positivismo sia impossibile. Tutto è un domino.
In altre parole; il mistero è tutto ciò che esiste. La verità si trova nell’incertezza della verità. L’enigma ci avvicina alla realtà, poiché nulla è veramente conoscibile.
Viviamo su una gigantesca palla galleggiante, un tempo governata da rettili giganti. C’è molto spazio per l’interpretazione nell’equazione. La pignoleria è il ritardo mentale definitivo. Avere un opinione equivale a scartare una contraddizione.
Socrate diceva “So solo di non sapere nulla”, ed era chiamato un saggio.
7. Sembrerebbe che nei tuoi lavori sacralità ed ironia abbiano lo stesso peso. Che ruolo hanno nel tuo punto di vista sul mondo?
Il mondo potrebbe sopravvivere senza compassione e penitenza e tutte le altre cose “sacre”, ma potrebbe proseguire senza verità? La verità è il cuore del sacro.
Groucho Marx, in un trip di LSD, ha detto “Irriverenza e riverenza sono la stessa cosa”
“E se non lo sono, allora far ridere la gente è un uso improprio del tuo potere”
Hai mai sentito parlare del saggio folle o del clown sacro? Sono come l’uomo effemminato o la donna mascolina o la più nera persona bianca o la più bianca persona nera. Sono affini al più intelligente stupido o al più stupido intelligente.
Ora, tu non vorresti che delle feci contaminassero la tua acqua, o che l’acqua sciogliesse le tue feci, ma a volte il profano lo si trova nel profondo e viceversa. Spesso serve un’idiota o un bambino che lo sottolinei con onestà (come ad esempio ne I Vestiti Nuovi dell’Imperatore)
L’astinenza di un santo dal sesso potrebbe essere un’ossessione tanto aberrante quanto quella di un pervertito per le oscenità. Allo stesso modo, trovi gli anoressici che si astengono e gli obesi che indulgono. Senza l’ironia, uno di essi sembra il buono e l’altro il cattivo, ma questi estremi ambiscono a fini egualmente turpi. Sono come il Polo Nord e il Polo Sud. Alla fine risultano entrambi freddi e sterili, quindi chissenefrega: un clown ride di entrambi. Per questo l’heyoka veste di strisce bianche e nere – il gioco è basato sul dualismo.
Quando ero ragazzino ho imparato ben presto che riuscivo a far ridere la gente facendo lo stupido. Le persone intelligenti e furbe sono tutt’altro che divertenti. Dio ama gli sciocchi.
8. I riferimenti mistici ed esoterici di certo non mancano nei tuoi giochi, inoltre so che hai collaborato con l’Abraxas Journal. Qual è il tuo legame con l’esoterismo?
La gente non ci crederebbe, alle esperienze che ho vissuto. Ho parlato con demoni, fantasmi affamati, un conoscente deceduto, e quello che mi sembrava un angelo. Da bambino sono stato visitato da mara (un’ombra maligna) in diverse occasioni. Nei miei primi anni di vita avevo black out che duravano diverse ore consecutive. Nel corso della mia vita ci sono state occasioni nelle quali ho scampato la morte per un pelo – per miracolo. Da quando sono nato ho fatto sogni profetici. In una visione, ho visto quello che ho pensato essere Dio e non somigliava a nulla che io avessi mai visto o sentito descrivere. Sono sicuro che trattare i commessi dell’alimentari con gentilezza di tanto in tanto mi fa guadagnare uno sconto sui prodotti-ah.
Tutto questo è vero, ma forse dovrei tapparmi la bocca.
Sono pazzo. Ripetere:
“Non esiste niente del genere”.
“Non esiste niente del genere”.
Va bene ugualemente. Parlare delle proprie esperienze ha come unico effetto quello di renderle triviali.
Ecco del cibo per i pensieri. Vivi all’interno del corpo muta-forma di un’entità undeca o dodecadimensionale, la quale non fa che simulare realtà. Questo super-essere manipola ogni atomo nello spazio totale, tutte le sensazioni – percezioni – e qualità apparenti, proprio come un calamaro altera i suoi cromatofori di modo che cambino colore. Credi di essere un individuo perché ha progettato i tuoi sensi affinché si concentrino verso l’esterno – essa esiste alle tue spalle. In verità sei solo un burattino. Come un bambino annoiato che, in mancanza di amici, gioca a giochi da tavola con se stesso e contro se stesso, quest’entità si finge qualunque cosa vivente ed anche manifestazioni apparentemente non-viventi.
Io ho visto tutto questo. Fa abbastanza paura – ma è anche bellissimo. Penso che la maggior parte della gente se la farebbe addosso. A me viene la nausea solo a pensarci. Questi occultisti con le loro visioni mondane di diavoli con le corna e angeli alati crollerebbero a terra urlanti se solo intravedessero minimamente la verità. Non sto scherzando.
9. So che hai in preparazione un nuovo gioco. Cosa vuoi e puoi anticiparci a riguardo?
Tenuto conto di quanto ho già detto – a proposito dell’arte che è pornografia – lasciami dire che su questo videogioco ho intenzione di venire, e spero che il mio pubblico faccia lo stesso.
Il mio nuovo gioco è il pinnacolo delle abilità che ho accumulato, e ciò risulterà evidente ai giocatori molto presto. Sto allentando un po’ la presa e romanzando questo lavoro come un vero gentiluomo. Si tratta di un processo lento e dolce e folle.
Lo stile di Middens nasce dalla spirale e quello di Gingiva dall’araldo. La forma narrativa impiegata nel terzo titolo è simile agli anelli concentrici di un tronco d’albero o alle matrioske. Ogni strato è a sé stante e la sua identità è invariabile.
10. Hai dichiarato che questo potrebbe essere l’ultimo. Perché questa scelta? E a cosa intendi dedicarti una volta rilasciato?
Beh, io sono il tipo di persona che tende a non sistemarsi. I videogiochi vengono a letto con me solo per svegliarsi la mattina dopo in un letto vuoto con cinque dollari posati sotto la sveglia. Attacca il sassofono, mentre io mi sistemo il colletto della camicia e vado a far baldoria nella prossima città.
Sto pensando al cinema, ma un libro andrebbe ugualmente bene. Non dico mai cos’ho esattamente in programma; non vorrei far sapere agli sciacalli dov’è nascosta la mia preda.
Ogni artista (o in questo caso anti-artista) trova in un particolare media la propria anima gemella? E’ così che funziona?
Ma poi, mi serve davvero un media? Potrei trasformare la mia stessa vita in un pezzo d’arte. Incarnare invece di creare.
Ad ogni modo, talvolta ho semplicemente il bisogno di correre via. Non appena i piedi iniziano a prudermi sono già a metà strada per l’altra parte del mondo. Tendo ad avere un tempismo impeccabile, comunque – come un animale che percepisce la catasfrofe naturale prima che colpisca. Da bambini li chiamavamo “sensi di ragno” e tutt’oggi mi aiutano a non farmi prendere dalla polizia. Potrebbe trattarsi di un presagio.
… Il mondo dei videogiochi, in particolare la sua componente mainstream, potrebbe star dirigendosi verso lo schianto.
Occhiolino* occhiolino*
Sgomitata* sgomitata*
(Secondo le mie previsioni arbitrarie direi ci restano circa due anni prima che tocchi il fondo e cinque o sei prima che rinasca interamente come qualche cosa di migliore)
11. Per concludere: se dovessi scegliere un quadro, un album musicale ed un film che ti hanno influenzato più di altri, che in qualche modo ti rappresentano o che comunque ami particolarmente, quali sarebbero?
Ci sarebbe una cosa, ma si tratta di un tesoro personale. Nonostante io sia profondamente grato per quest’intervista, non posso proprio rivelarla. Essendo possessivo, voglio tenerla per me. Come uno spilorcio egoista, preferirei vederla dimenticata da tutti, fatta eccezione per me, che coperta dalla fama e dalla prosperità.
Posso dire però che ho sempre amato la canzone ‘Stand by Me’ di Ben E King. Nella canzone, lui fa una richiesta ragionevole. Il mondo sta finendo… Ma in qualche modo stare vicino a una persona amata basta a confortarlo.
“If the sky that we look upon
Should tumble and fall
And the mountains should crumble to the sea
I won’t cry, I won’t cry, no I won’t shed a tear
Just as long as you stand, stand by me”
Infine, John ci ha fatto un magnifico regalo, due versioni del cosiddetto “Emblema Anatomico”.
Eccole!
Dove poter seguire John Clowder
https://www.behance.net/Revolverwinds
http://middens.tumblr.com
http://revolverwinds.blogspot.it
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